Natale (pillole di Pasky)

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Natale ..
Com’era già?
Si comincia sempre con una frase classica: caro Babbo Natale, si esprime quel desiderio combattuto fra tanti e si finisce per raccontarti ogni sorta di sfiga dell’anno trascorso dimenticandosi dell’intento iniziale.
Manco fossi uno psicologo.
Dopo, come spesso accade in altri contesti, ci dimentichiamo di te e della tua artrite per interrompere il tuo stato quiescente il prossimo anno.
Poco più o poco meno, vedrete che andrà così.
Io forse ho saltato qualche anno a scriverti seriamente, ma come sai i fan ora attendono trepidanti!
Forse non avevo desideri imminenti per chiamarti in causa o per per pigrizia stagnante ho lasciato che le cose andassero un po’ da sole.
A pensarci sapevo anche che alcuni desideri sono più simili ai miracoli e poco praticabili o qualcosa del genere.
Di altro non mi sono occupato sinceramente e quindi, per pura filantropia, lascio il mio desiderio a qualcun altro.

Ma per doverosa riconoscenza, caro Babbo, stavolta ho pensato che sarò io a farti un regalo e ti confesso che lo spunto di questa geniale idea l’ho avuta da un’amica che mi chiedeva consiglio sull’ipotesi di svelare o meno ai nipoti il fatto che tu sia vero o leggenda.
“Perche oramai i ragazzi sono grandi…”
Sai, ho risposto, lascia le cose così come stanno. Tutta questa fretta nel diventare grandi e scoprire verità che non svelano nulla, tutta questa frenesia a dissolvere sogni seppur infantili o le corse all’ultimo regalo in un negozio saccheggiato, non farà altro che fare invecchiare precocemente anime e cuori.
Questo è il mio regalo; farò in maniera che tu continui a vivere forte e presente nelle nostre vite. Siano esse di giovani fanciulli o anziani attempati.
È così che forse l’ho convinta sai?
Perché a dirvela tutta, io a Babbo Natale, ci ho sempre creduto!
Buon Babbo Natale a tutti.

Pasqualedettopaski 

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