DONNE DA AMARE (pillole di Pasky)

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Oggi si parla molto, si discute ancora di più, si ascolta pochissimo e si comunica ancora meno.

Forse abbiamo troppi mezzi per farlo e subentra una sorte di contesto “saturo”, troppo saturo.

Così questo recipiente pieno di tutto potrà reagire solo in un modo, come la fisica ci insegna; esploderà con cocci di parole e frasi disperse nell’etere che frammentate perderanno il significato d’insieme, senza lasciare traccia.

Questo succede anche con l’amore. Il troppo stroppia.

Mai detto popolare fu più saggio certo, ma l’amore ben riposto, quello dalla dimensione spontanea, quello che ci fa mettere qualcuno davanti a noi, quello no.

Quell’amore non ha nulla di possessivo e di egoistico, altrimenti avrebbe un altro nome.

Quell’amore resta l’essenza più prossima al significato di questa parola spesso abusata o pronunciata con leggerezza. E più questo succede, più ci allontaniamo diametralmente a ciò che il nostro interlocutore potrà “sentire” di noi.

Allora l’amore diventa evanescente e privo di senso, sicuramente più vicino ad una necessità recondita piuttosto che ad uno slancio altruistico.

Ma io credo che amore, da sempre, assume un significato difficilmente classificabile e quasi inspiegabile e penso che quel che più si avvicina a descriverlo è: rispetto verso gli altri esseri umani.

Subito dopo esistono scalini affettivi che innalzano il piacere di dare e ricevere amore.

Simpatia, affetto, altruismo, desiderio, passione. Ecco il punto. Ad esempio il suo antagonista, l’odio, manca di un fattore fondamentale nell’equazione: quel rispetto di cui parlavo prima.

Oggi è sacrosanto menzionare e celebrare la NON violenza sulle donne che, pur se dovrebbe essere scontata verso loro e verso chiunque, richiede sempre di essere richiamata alle nostre menti. Spesso da uomo ho vergogna del genere maschile leggendo i fatti di cronaca che ci additano, a ragione, ad essere poco meno evoluti delle bestie.

Sarà perché ho sempre pensato ed agito al contrario con le donne che hanno incrociato la mia strada.
Ma ciò che mi torna in mente in giornate come queste, è quello che il mio “grande” professore di lettere delle superiori diceva, riferendosi ad una delle grandi tragedie storiche ma che calza decisamente se riferito ai fatti di cronaca che coinvolgono donne accanto a noi, e cioè che la vera tragedia è sempre quella che non si conosce davvero.
O perché indescrivibile o perché chi ha subito non può più raccontarla.

L’errore più grosso è dare per scontato l’amore, la cosa più bella è dirlo e ascoltarci mentre lo manifestiamo.

PillolediPaski

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